Dal governo ombra un ddl per il risparmio energetico
Un nuovo disegno di legge sul risparmio energetico per far risparmiare le famiglie italiane. Questo è quanto proposto e illustrato da Dario Franceschini, Ermete Realacci e Pierluigi Bersani durante la conferenza stampa del governo ombra. Il disegno di legge che verrà depositato nei prossimi giorni in Parlamento, mira a far risparmiare ad ogni famiglia dai 500 ai 100 euro all'anno.
Il problema del caro greggio ha spinto gli italiani ad un brusco rallentamento dei consumi della benzina che, secondo le stime dell'Unione petrolifera, ad agosto sono diminuiti del 5,6% rispetto allo stesso periodo nel 2007. Obiettivo del ddl sarà quello di ridurre la dipendenza energetica dal petrolio e la contemporanea riduzione delle emissioni di C02, delegando al Governo il "coordinamento e la semplificazione delle disposizioni in materia di risparmio energetico e uso delle fonti rinnovabili".
Ermete Realacci, ministro dell'Ambiente del governo ombra del Pd ha spiegato come si tratti di “una grande sfida che si affronta con la ricerca, l'innovazione, la conoscenza, le visione del futuro e naturalmente le scelte politiche di ampio respiro che tutto ciò comporta"
L'Italia ha siglato un accordo internazionale che la vincola a ridurre entro il 2012 i propri consumi energetici almeno del 18%. Per Realacci la proposta del PD va inquadrata proprio in quella direzione perché se attuata, “avrebbe effetti significativi anche sull'economia' rilanciando gli investimenti in alcuni settori strategici, come l'edilizia e la tecnologia in campo energetico”.
Il ddl renderebbe permanenti tutti quegli incentivi idonei al risparmio energetico casalingo come l'acquisto di pannelli solari, l'isolamento termico, l'acquisto di elettrodomestici a basso consumo. Gli incentivi fiscali verrebbero quindi ad ammortizzare i costi iniziali delle famiglie e a quantificare un risparmio annuo tra i 500 e i 1000 euro a seconda degli interventi compiuti.
La proposta non mira solo le famiglie ma apre anche dei capitoli per la riduzione degli sprechi negli edifici della pubblica amministrazione e per il trasporto pubblico locale. Nel primo caso è previsto un fondo rotativo di cento milioni annui per favorire la conversione verso sistemi di risparmio energetico. Nel secondo caso, Realacci fa notare che, dopo i tagli operati dalla manovra finanziaria dal Governo, si sta verificando “un aumento della domanda di mezzi pubblici a causa della crisi economica. La gente si reca al lavoro sempre più con i mezzi pubblici, ed è un fenomeno mondiale. Solo in Italia nello scorso mese il calo dei consumi di benzina ha toccato l'11% e nelle città degli Usa si e' arrivati al 25%. Insomma la questione ambientale si mescola a quella sociale”. E' necessario quindi che il governo vari un nuovo piano generale dei trasporti, dove venga incrementato di 300 milioni il fondo per l'acquisto di autobus pubblici a metano e sia promosso il trasporto locale su ferro. Infine un ulteriore investimento di altri 300 milioni all'anno, per il prossimo quinquennio, per l'avvio del cosiddetto piano “Mille treni pendolari”.
Proprio il trasporto pubblico locale sarà al centro di una iniziativa del PD il 20 ottobre prossimo, a cinque giorni della manifestazione nazionale “Salva l'Italia”.
La nicotina e la morte delle api
Se vedete un’ape che muore, preoccupatevi. Albert Einstein disse: “Se l’ape scomparisse, all’uomo resterebbero quattro anni di vita”. Le api producono miele, pere, mele, pomodori, trifoglio, erba medica, latte, carne. Trasportano il polline e trasformano il mondo in cibo. Le api, un bioindicatore dell’ambiente, sono una specie a rischio. Oggi loro, domani noi. Il Guardian nell’articolo “Honeybee deaths reaching crisis point” riporta che un terzo dei 240.000 alveari britannici è scomparso durante l’inverno e la primavera. Il ministro inglese Rooker ha dichiarato che, se non cambierà nulla, entro dieci anni non ci sarà più un’ape nell’isola. Le api contribuiscono all’economia britannica per 165 milioni di sterline all’anno per la produzione di frutta e verdura. Oltre al miele naturalmente. La Honey Association prevede che il miele locale sarà finito in Gran Bretagna entro Natale. Riapparirà sulle tavole soltanto nell’estate del 2009. La crisi è mondiale. Il maggior produttore di miele è l’Argentina che ha ridotto del 27% le sue 75.000 tonnellate annue. Negli Stati Uniti (-25% degli alveari nel 2008) e nel resto del mondo le api ci stanno lasciando. In Italia è una strage. Nel 2007 sono morte il 50% delle api, persi 200.000 alveari e 250 milioni di euro nel settore agricolo. Ma non è una priorità. Gli inutili soldati nelle strade, il bavaglio alla Giustizia con la separazione delle carriere, le impronte ai bambini Rom, il lodo Alfano per la messa in sicurezza della banda dei quattro, gli inceneritori della Impregilo. Queste sono priorità! Perché le api muoiono? Per l’ambiente, il clima, la varoa (un acaro), i pascoli trasformati in coltivazioni di soia per i biocarburanti, per i pesticidi, l’inquinamento dei corsi d’acqua. Gli alveari si spopolano per il fenomeno del CCD (Colony Collapse Disorder) perché la razza umana sta avvelenando il mondo. Qualcosa in Italia si può fare e subito. Vietare l’uso dei pesticidi nicotinoidi. In Francia lo hanno già fatto. Sulle api hanno l’effetto della nicotina. Gli fanno perdere il senso dell’orientamento, non riescono a ritornare nell’alveare e muoiono.
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